SOCRATE

                                             SOCRATE E LA CULTURA DEL DIALOGO


                                                   SOCRATE SA DI NON SAPERE                                                       

                                               



Socrate vive e opera in un clima difficile, quindi egli da un laro si propone di combattere le posizioni relativiste della sofistica, dall' altro deve subire l'ostilità delle classi conservatrici che assimilavano in modo superficiale la sofistica.

Socrate  è il filosofo d'eccellenza perché ha una personalità filosofica che possiamo parlare di una così totale compenetrazione tra pensiero e vita.

Socrate non scrisse niente, infatti tutto quello che risale a noi sono testimonianze, le più celebri sono quelle di Platone.

Socrate fu condannato a morte dal tribunale di Atene, accadde perché era un periodo di crisi politica e della democrazia, in cui il potere avvertiva in lui una grave minaccia.

Socrate fu accusato e riconosciuto colpevole di non onorare gli dei della sua città, oltretutto di aver importato nuove divinità.

La condanna fu eseguita dopo un mese, ma Socrate questo periodo in carcere lo trascorse serenamente.

La morte di Socrate può essere interpretata come l'atto conclusivo e il drammatico coronamento di un' esistenza vissuta all' insegna del vigore morale e del perfezionamento interiore.



La ricerca di Socrate inizia recandosi verso gli uomini che avevano fama di sapienza.

Egli metteva in crisi coloro con cui dialogava, insinuando in loro un dubbio, infatti, egli insegnava a non accettare mai idee o giudizi prima di essersi interrogati a fondo.

Il modello adottato da Socrate si componeva di due momenti fondamentali:

   -uno critico, l'ironia;

   -uno costruttivo, la maieutica.


Il compito di Socrate si attribuiva a:

  -Egli non poteva proporre nuove conoscenze;

  -la sua missione consisteva nell'esaminare e nel mettere alla prova i giovani;

  -Il contesto educativo in cui si esplicava era quello del dialogo tra amici.

Socrate concepiva la sua missione come un invito a ragionare, infatti ciò che proponeva era un tipo di conoscenza che si conseguiva nell' interiorità della propria anima e che conduceva alla consapevolezza di se stessi e dei propri limiti.

Socrate afferma che chi conosce il bene, non può commettere il male.

Per Socrate l'anima è la dimensione più profonda dell' uomo, guardando nell'anima l' uomo scopre ciò che è veramente bene fare.

Socrate vede nella cura dell' anima la più importante delle attività umane, per il semplice motivo che è l'anima ciò che qualifica l'uomo come tale.

La conclusione socratica è che il vero male non è la morte del corpo, ma la morte dell'anima.


                                                 




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